martedì 30 ottobre 2012

Vivo abbastanza

Ciao, come stai?

É un po’ che non ci sentiamo, e oggi mi va di raccontarti di come sta andando –anche se non l’hai chiesto, anche se hai le tue cose a cui badare.
Non ci sono grosse novità. Lavoro, casa, qualche guaio nel fine settimana. Non so in quali grandi avventure potrebbe ficcarsi un 33enne con i capelli già bianchi e il fegato che ne ha viste un po’, ma tutto sommato non mi lamento. É un equilibrio squilibrato, che mi sta bene.
Non imparo molto, e forse è questo il guaio. Ho ripreso a leggere, ma quello che leggo non mi basta. Forse sono i libri che sto leggendo, nessuno scrittore che accenda luci nel buio, che ti dia una strizzata ai coglioni. E allora i coglioni sonnecchiano, in questo ciclo veglia-sonno, con orari precisi e in fin dei conti nemmeno troppo stressanti.

Sono nella terra del “take it easy”, della rilassatezza come Stile di Vita, eppure non riesco a lasciarmi andare. Magari la prendo già “easy” di mio, e quando tutti fanno allo stesso modo allora, per spirito di contraddizione, devo scazzare in qualche modo. Sono nervoso in questi giorni. Magari una scopata sistema tutto, magari è la Luna in Toro, magari sono gli spaghetti di soia di ieri sera. Magari è lo scrivere.
Però nonostante tutto, quello non va troppo male. Ogni tanto scrivo qualche poesia, quando torno dal lavoro e mi metto nudo con una penna in mano. Ogni tanto torno in un certo Hotel Morgana. E poi ho cominciato una cosa ma non voglio parlartene ancora, perchè ho paura che diventi uno dei miei tanti progetti lasciati a metà.

La mancanza di organizzazione –altrimenti detta fancazzismo- mi fotte, insieme a questo Tempo del cazzo. Il Tempo. Non mi sembra vero che sono già passati due mesi e mezzo dalla mia partenza dall’Italia. Due mesi e mezzo, cazzo. Ma ci crederesti? Ma com’è che i giorni vanno via così veloci? É una cosa buona, secondo te? Così stringiamo le chiappe, ci scordiamo di tutto e puntiamo dritti verso un periodo in cui avremo prostate come pompelmi e tanto tempo per parlare di quando non avevamo mai tempo?
Questo è il trucchetto col quale ci mandano avanti. Domani, ti dici, sempre domani, o anche dopodomani –e intanto i venti diventano trenta e i trenta quaranta, e prima che te ne possa accorgere sei diventato tuo padre. Ora capisco perchè le rockstar schiattavano a 27 anni.

Tempo a parte, mi manchi, amico e amica. In questi giorni senza ore, in queste ore senza minuti non ascolto molto la mia anima, ma mi sembra di stare mettendo da parte ricordi storielle racconti per te, per tutti gli altri, e allora forse non è tutto sprecato. Ogni tanto mi faccio qualche risata come si deve. Passo troppo tempo insieme ad altra gente, e troppo poco da solo con me stesso. Mi chiedo poche cose, mi faccio sempre meno domande. Ma è così che funziona, come una vecchia auto che non ti chiedi più il perchè e il percome di quello strano cigolìo, fintanto che cammina e ti porta dove devi andare.
Per il resto, l’estate si fa annunciare ogni giorno sempre di più da cieli azzurri da ubriacare l’occhio e da quegli odori che solo questa stagione porta con sè. Ogni tanto mi fermo a riflettere su questi odori, sul quanto sono diversi da quelli della mia estate siciliana, così come lo erano dalle estati romane che passavo tra un esame e l’altro. Piccoli flash nostalgici, che spesso mi fanno apprezzare ancora di più quello che vedo –perchè, anche quando hai le palle girate come me in questo momento, c’è sempre una forma di bellezza intorno, e se ne puoi godere, allora sei vivo abbastanza.

Sì, sono vivo abbastanza: senza troppe notti in compagnia della mia anima, senza grandi progetti se non quello di vedere cosa succede più in là, in questa storia che preannuncia ancora nuovi personaggi e colpi di scena. Ma vivo abbastanza da capire che sono ancora qui combattivo, incazzato e incazzoso, innamorato e pieno di sogni come il primo adolescente che passa. Ho appunti di lavoro e fogli pieni di poesie. Ho una finestra aperta con il giardino ormai in penombra. Ho una birra in frigo e qualcosa da raccontarti per quando ci rivedremo. Ho i miei ricordi che mi tengono sveglio e mi fanno compagnia e mi fanno sorridere. Ho le mie manie, le mie illusioni, le mie guerre che non finiranno mai. Ho da scrivere, da pensare, da fare l’amore. Ho da mangiare e poi restare a guardare. Ho questa indole da vendinuvole che mi è capitata, e non potrei sentirmi più fortunato -quando le parole si mettono in fila e arrivano alla fine del rigo e semplicemente strabordano in quello sotto. Ho dei libri che ti strizzano ancora i coglioni dopo anni e anni. Ho dei bei quadri cazzuti alle pareti. Ho amici vecchi e nuovi, e tutti loro hanno qualcosa di speciale. Ho voglia di non fermarmi e di parlarti di me, di tanto in tanto.
So che non me l’hai chiesto, ma mi ha fatto piacere.

Ma adesso dimmi, amico e amica: a te come va?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Va sempre uguale anche se faccio finta che niente succede come si aspetassi che scatasse la bomba, qualcosa che non voglio fare e non ho ne anche scelto ma che comunche gestige la mia vita. Sono triste ma penso sempre agli altri ma sono comunche felice di sapere che ho vicino gente come te che pensa al mio bene ma anche al proprio.... Bravo Zangari.

saro ha detto...

...beh grazie per avermelo chiesto, in fondo è un domanda che ti volevo fare da tempo e tu sei stato piu bravo di me. Ma tornando alla tua domanda va bene, fra alti bassi,capelli che se ne vanno e la barba che comincia ad imbiancarsi, nottate passate a lavorare (troppe)ed altre a diveritrsi, (ma a questa ètà cosa significa divertirsi, forse sarebbe meglio dire rilassarsi... )e una persona che ha ancora la pazienza di sopportarmi.
come sai non sono mai stato bravo con le parole, figurati a scrivere, e in questi anni tante volte ti avrei voluto fare la domanda che oggi mi rivolgi..ma ci vuole..non so...coraggio? è questa la parola giusta? non lo so.. sicuramente tu saprai bene che sensazioni si provanao in momenti come questo. ma forse sto scrivendo troppo, e non vorrei approfittare della tua pazienza.
grazie per la tequila sunrise che mi hanno dato giu al bar, mi ha gia dato alla testa! sono diventato astemio (pensa come la gente puo cambiare!)però in questi casi un bicchiere ci sta.
Mi piacerebbe riacambiare, se vorrai, il bicchiere gentilemente offerto dalla casa,quando ritorni da queste parti, sai come tovarmi,la macchina è sempre la stessa solo molto piu ammaccata, (te la ricordi la pubblicità? se ci penso rido da solo) altrimenti, se ti ho solo annoiato o peggio fatto incazzare, non fa nulla, capirò. In ogi caso sappi che anche a me ha fatto molto piacere risponderti.
un caro e fraterno abbraccio e se non dovessimo piu sentirci, buona fortuna, amico mio.

Lo Zango ha detto...

Ci ho messo un po' a rispondere, un po' perche' il tuo commento e' finito automaticamente in moderazione (ed io, si sa, non sono una persona molto moderata...) sia perche' , lo ammetto,sono rimasto sorpreso -ed e' un bene, nonostante i 33 anni, sorprendersi ancora per qualcosa.
E quindi ti dico no, non mi hai annoiato, e no, non ho piu' motivi per incazzarmi. In realta', al di la' della sorpresa, c'e' stata curiosita' e anche piacere, e allora vada per quel drink... non so quando ripassero' da quelle parti, immagino sara' per quest'estate, ma a questo punto confido seriamente in quel mojito. Anzi, facciamo due.
A prestissimo, e grazie.

Zango

saro ha detto...

mi hai reso felice...abbiamo 8 anni da raccontarci e un lunaga serata da trascorrere isieme.. forse due mojito non basteranno!
Grazie mille

Saro